Il presente capitolo è dedicato al controllo delle fusioni e fornisce un'analisi su: (i) i dati relativi alle fusioni presenti nella banca dati CompStats dell'OCSE, che adesso sono pubblicamente disponibili per le singole giurisdizioni e possono dunque essere spiegati più nel dettaglio rispetto alle precedenti edizioni; (ii) una nuova serie di dati raccolti dal Segretariato dell'OCSE sulle decisioni relative ai divieti nel periodo 2015-2022.

3. Analisi approfondita: le tendenze nel controllo delle fusioni
Copy link to 3. Analisi approfondita: le tendenze nel controllo delle fusioniSommario
Quest'anno, per la prima volta, le giurisdizioni hanno acconsentito a rendere pubblici i dati relativi al controllo delle fusioni per ciascuna giurisdizione. In quest'ottica, il capitolo illustra le tendenze relative al controllo delle fusioni su base aggregata spiegando quali giurisdizioni trainano tali tendenze aggregate. Il documento Excel a supporto del presente rapporto fornisce i dati sul controllo delle fusioni per ciascuna giurisdizione.
Tendenze nel controllo delle fusioni nella banca dati CompStats
Copy link to Tendenze nel controllo delle fusioni nella banca dati <em>CompStats</em>Le notifiche di fusioni sono diminuite nelle giurisdizioni dell'OCSE
Nel 2022 si è registrata una diminuzione del numero totale di notifiche relative a fusioni. Tuttavia, tale tendenza è stata determinata principalmente da un calo nello specifico nelle giurisdizioni appartenenti all'OCSE. Il numero di notifiche di fusioni nelle giurisdizioni non appartenenti all'OCSE ha continuato a crescere nel 2022, benché a un ritmo più basso rispetto al 2021. Malgrado il calo osservato nel 2022 a riguardo delle notifiche di fusioni totali, il numero era comunque superiore rispetto all'intero periodo 2015-2020 (con una media di 179 per giurisdizione, superiore al precedente picco di 154 registrato nel 2019).
Grafico 3.1. Numero medio di notifiche di fusioni, 2015‑2022
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Nota: dati basati sulle 66 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE che hanno fornito dati comparabili per l'intero periodo di otto anni.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
Come mostra il grafico 3.2, nel 2022 il calo delle notifiche di fusioni è stata una tendenza diffusa nella maggior parte delle giurisdizioni appartenenti all'OCSE: il 63 % di esse (24 delle 38 giurisdizioni con dati attinenti per tutti gli anni) ha registrato una riduzione delle notifiche di fusioni. Il 36 % delle giurisdizioni non appartenenti all'OCSE (10 delle 38 giurisdizioni con dati attinenti per tutti gli anni) ha riportato un calo delle notifiche. Inoltre, il numero di giurisdizioni che hanno registrato un incremento percentuale nel 2022 è stato notevolmente più alto tra le giurisdizioni non appartenenti all'OCSE (47 %) rispetto al 26 % delle giurisdizioni dell'OCSE. Si noti che nel caso del Perù, la variazione percentuale è stata dovuta all'estensione del regime di controllo delle fusioni, passando dal solo settore dell'energia a tutti i settori dell'economia.
Nel 2021, l'aumento delle notifiche di fusioni è stato perlopiù dovuto al notevole incremento registrato negli Stati Uniti, passando da 1 580 notifiche di fusioni nel 2020 a 3 413 nel 2021. Tuttavia, nel 2022 il numero è calato dell'11 % attestandosi a 3 029 (nonostante il valore fosse comunque più alto del 92 % rispetto al numero delle notifiche di fusioni nel 2020).
Grafico 3.2. Distribuzione per giurisdizione della variazione percentuale nel numero di notifiche di fusioni dal 2021 al 2022, per le giurisdizioni della zona OCSE (sinistra) e per quelle non appartenenti all'OCSE (destra)
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Nota: dati basati sulle 68 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE che hanno fornito dati per il 2021 e il 2022. Ciascuna barra rappresenta una giurisdizione.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
Analizzando le notifiche di fusioni per regione, si osserva una diminuzione in ciascuna di esse. In Europa, le notifiche di fusioni hanno riportato la diminuzione più significativa (12 % rispetto al 2021), seguita dalle Americhe (calo dell'8 %), dalla regione MOA (calo del 5 %) e dalla regione Asia-Pacifico (calo del 3 %).
Grafico 3.3. Numero medio di notifiche di fusioni per regione, 2015‑2022
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Nota: dati basati sulle 66 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE che hanno fornito dati comparabili per tutti gli otto anni.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
Il tasso di intervento sulle fusioni è aumentato nelle giurisdizioni dell'OCSE
Contrariamente all'anno precedente, nel 2022 è stato registrato un aumento significativo del tasso di intervento sulle fusioni, ovvero la quota di operazioni in cui le autorità garanti della concorrenza sono intervenute imponendo un rimedio oppure vietando un'operazione. Tale andamento risulta valido a prescindere dal fatto che i ritiri dalle fusioni vengano inclusi o meno nel numeratore. L'aumento è stato trainato perlopiù da giurisdizioni dell'OCSE, mentre per le giurisdizioni non appartenenti all'OCSE il dato è rimasto stabile.
Nel 2022, l'aumento osservato nelle giurisdizioni della zona OCSE è stato determinato da: Regno Unito (dal 15 % nel 2021 al 53 % nel 2022), Islanda (dal 7 % nel 2021 al 30 % nel 2022), Grecia (dallo 0 % nel 2021 al 10 % nel 2022), Nuova Zelanda (dal 6 % nel 2021 al 13 % nel 2022) e Irlanda (dal 4 % nel 2021 al 10 % nel 2022).1
Tra il 2017 e il 2021, la tendenza al ribasso nelle giurisdizioni non appartenenti all'OCSE non è stata trainata da una diminuzione costante in specifiche giurisdizioni. Nel tempo, la variazione in tali giurisdizioni è stata più incostante, con cambiamenti significativi di anno in anno. Il tasso di intervento sulle fusioni nelle giurisdizioni non appartenenti all'OCSE ha registrato una diminuzione costante, da un picco dell'8,1 % nel 2017 a un minimo pari al 4,3 % nel 2022.
Nel periodo 2018-2021, il tasso di intervento sulle fusioni ha registrato un calo anche nelle giurisdizioni dell'OCSE, tuttavia tale tendenza si è invertita, con un netto aumento registrato nel 2022. Tale incremento nelle giurisdizioni della zona OCSE è stato dovuto a: (i) un aumento del numero totale di decisioni inerenti alle fusioni in cui l'autorità garante è intervenuta, da 135 nel 2021 a 173 nel 2022 (ovvero un incremento nel numeratore); (ii) una diminuzione del numero totale di decisioni da 10 243 nel 2021 a 9 026 nel 2022 (ovvero una diminuzione nel denominatore).
Grafico 3.4. Media del tasso di intervento sulle fusioni (esclusi i ritiri dalle fusioni), 2015-2022
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Nota: dati basati sulle 60 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE che hanno fornito dati comparabili per tutti gli otto anni.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
L'evoluzione del tasso di intervento presenta alcune differenze a livello regionale, con un aumento in Europa e nella regione MOA e una diminuzione nell'Asia-Pacifico e nelle Americhe. Nel 2022, le giurisdizioni della regione MOA hanno registrato il tasso di intervento più alto, con una media pari al 7,3 %, in aumento rispetto al 5,9 % del 2021, mentre l'Asia-Pacifico ha riportato il tasso di intervento più basso, con una media del solo 2,7 %, in calo rispetto al 3,4 % del 2021. L'Europa è la regione in cui il tasso di intervento è cresciuto maggiormente, passando dal 2,8 % nel 2021 al 5,9 % nel 2022, mentre la diminuzione più significativa è stata registrata nelle Americhe, passando dal 4,5 % nel 2021 al 3,4 % nel 2022.
Grafico 3.5. Media del tasso di intervento sulle fusioni (esclusi i ritiri dalle fusioni) per regione, 2015-2022
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Nota: dati basati sulle 60 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE che hanno fornito dati comparabili per tutti gli otto anni.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
Le autorità garanti hanno fatto ricorso ai rimedi per le fusioni con maggiore frequenza
Come mostra il Grafico 3.6, l'aumento del tasso di intervento nel 2022 è stato dovuto principalmente a un maggiore impiego di rimedi. Tale incremento ha riguardato sia i rimedi in Fase 2 (da 108 a 185), sia i rimedi in Fase 1 (da 61 a 78). Il numero di divieti e di ritiri dalle fusioni nel 2022 (rispettivamente 34 e 53) è rimasto relativamente simile al 2021 (rispettivamente 29 e 49), pertanto non spiega l'aumento del tasso di intervento.
Grafico 3.6. Numero di decisioni inerenti alle fusioni, per esito, in cui è intervenuta un'autorità garante oppure è stata ritirata una fusione, 2015-2022
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Nota: dati basati sulle 66 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE che hanno fornito dati comparabili per tutti gli otto anni.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
Tendenze dei dati dell'OCSE relativi ai divieti
Copy link to Tendenze dei dati dell'OCSE relativi ai divietiLa maggior parte dei divieti di fusione è concentrata in alcune giurisdizioni
Il Segretariato dell'OCSE ha raccolto le decisioni totali dei divieti di fusione identificati dalle autorità garanti della concorrenza nello studio Competition Statistics (Statistiche sulla concorrenza) per il periodo 2015-2022, con un totale di 216 decisioni di divieti.
Sulla base di un esame relativo alle decisioni di divieto disponibili, ai siti web delle autorità garanti della concorrenza e ai rapporti annuali pubblicati sul sito web dell'OCSE, il Segretariato ha determinato diverse variabili supplementari, quali: (i) la teoria del danno concorrenziale, sulla quale le autorità hanno basato le loro decisioni (tale teoria consiste in effetti orizzontali unilaterali, effetti orizzontali coordinati, effetti verticali, effetti conglomerali e altri); (ii) il settore (basato sul sistema di classificazione NAICS); (iii) il mercato. La presente sezione del rapporto fornisce un riassunto di tali variabili.
La maggior parte dei divieti si concentra in poche giurisdizioni. Le sei giurisdizioni con il maggior numero di divieti rappresentano il 57 % del totale dei divieti registrati nel periodo 2015-2022 (124 su 206 divieti). Tali giurisdizioni sono: Sudafrica, Stati Uniti, Regno Unito, Israele, Germania e Unione europea.
Grafico 3.7. Totale dei divieti, per giurisdizione, 2015-2022
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Nota: dati basati sulle 66 giurisdizioni nella banca dati CompStats dell'OCSE.
Fonte: banca dati CompStats dell'OCSE.
La maggior parte dei divieti si basa sulle teorie orizzontali del danno concorrenziale
Le teorie orizzontali del danno concorrenziale sono le più frequenti nelle decisioni di divieti di fusione (173 decisioni). Le teorie coordinate orizzontali del danno concorrenziale (36 decisioni) sono simili in quantità alle teorie verticali (39 decisioni). Le teorie conglomerate del danno concorrenziale sono trascurabili nelle decisioni di divieti di fusione (solo 4 decisioni). Inoltre, alcune giurisdizioni presentano ulteriori teorie del danno concorrenziale, ad esempio le teorie del danno concorrenziale di interesse pubblico in Sudafrica (tuttavia, tali teorie non sono incluse nel seguente grafico).
Diversi divieti hanno tenuto conto di molteplici teorie del danno concorrenziale nella decisione, soprattutto nei casi in cui gli effetti unilaterali orizzontali non rappresentavano la preoccupazione principale. Solo il 20 % delle fusioni vietate quale conseguenza di preoccupazioni unilaterali orizzontali ha tenuto conto anche di un'altra teoria del danno concorrenziale; tuttavia, tale quota aumenta significativamente se si considerano le fusioni vietate per effetti coordinati e verticali (rispettivamente il 56 % e il 59 % dei casi). Tutti i divieti fondati sugli effetti conglomerali hanno tenuto conto anche di un'altra teoria del danno concorrenziale.
Grafico 3.8. Divieti totali, per teoria del danno concorrenziale, in base al numero di teorie considerate, 2015-2022
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Nota: alcune decisioni di divieti si possono fondare su molteplici teorie del danno concorrenziale, come indicato nel grafico. Pertanto, il numero di teorie del danno concorrenziale indicate nel grafico è superiore al numero di decisioni di divieti. Inoltre, alcune giurisdizioni presentano ulteriori teorie del danno concorrenziale, ad esempio le teorie del danno concorrenziale di interesse pubblico in Sudafrica. Tuttavia, tali teorie non sono incluse nel grafico.
Fonte: OCSE e informazioni provenienti dai siti web delle autorità garanti della concorrenza e dai rapporti annuali condivisi dalle autorità garanti con l'Organizzazione.
La quota di decisioni relative ai divieti di fusione distribuite tra le diverse teorie del danno concorrenziale è rimasta relativamente costante nel tempo, malgrado alcune variazioni. Ad esempio, nel 2019 si è registrato un picco delle decisioni di divieti fondate sulle teorie del danno concorrenziale verticali e conglomerali.
Grafico 3.9. Divieti totali, per teoria del danno concorrenziale e anno, 2015-2022
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Nota: alcune decisioni di divieti si possono fondare su molteplici teorie del danno concorrenziale, come indicato nel grafico. Pertanto, il numero di occorrenze di una data teoria è superiore al numero delle decisioni di divieti. Inoltre, alcune giurisdizioni presentano ulteriori teorie del danno concorrenziale (meno comuni), ad esempio le teorie del danno concorrenziale di interesse pubblico in Sudafrica. Tuttavia, tali teorie non sono incluse nel grafico.
Fonte: OCSE e informazioni provenienti dai siti web delle autorità garanti della concorrenza e dai rapporti annuali condivisi dalle autorità garanti con l'Organizzazione.
Il settore manifatturiero e il commercio al dettaglio sono i settori con il maggior numero di divieti
I divieti risultano più frequenti nei settori tipicamente caratterizzati da prodotti omogenei e nei quali è più probabile che si verifichino problematiche legate a una sovrapposizione orizzontale, ad esempio nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio. Tuttavia, anche il settore dell'informazione presenta diversi divieti, che potrebbero essere correlati ad operazioni nei mercati digitali, seppur in modo impreciso.
Grafico 3.10. Divieti totali per settore (NAICS), 2015-2022
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Fonte: OCSE e informazioni provenienti dai siti web delle autorità garanti della concorrenza e dai rapporti annuali condivisi dalle autorità garanti con l'Organizzazione.
Grafico 3.11. Divieti totali per settore (NAICS) e teoria del danno concorrenziale, 2015-2022
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Fonte: OCSE e informazioni provenienti dai siti web delle autorità garanti della concorrenza e dai rapporti annuali condivisi dalle autorità garanti con l'Organizzazione.
Nota
Copy link to Nota← 1. Si noti che il Regno Unito e la Nuova Zelanda adottano un regime di fusione volontario, pertanto le fusioni che vengono notificate risultano di per sé più problematiche. Tale fenomeno potrebbe influenzare la percentuale di notifiche di fusioni contestate dall'autorità garante.